Il professore, naturalista e fotografo, mette in luce alcune situazioni
critiche sulle Apuane: "Uno scempio considerato il più agghiacciante
d'Europa"
Massa, 4 giugno 2012 - «Sono letteralmente esterrefatto di fronte all’immane distruzione delle Alpi Apuane». Inizia così la lettera che il professor Elia Pegollo, naturalista e fotografo, invia al sindaco di Massa, Roberto Pucci,
dopo l’ultima escursione sulle nostre montagne: «Montagne che lei dice
di amare distrutte quotidianamente sotto gli occhi del mondo! La sua amministrazione ha contribuito fortemente ad aumentare lo scempio da taluni, me compreso, considerato il più agghiacciante d’Europa».
Pegollo si sofferma su alcuni siti di cava inseriti in “un sistema di equilibri complessi da salvaguardare”:
«Parlo della Rocchetta, così prossima all’acquedotto del Cartaro che
disseta l’intera città. Vorrei chiederle informazioni circa quei fusti
di idrocarburi esausti, sotterrati da una frana parecchi anni fa. Si
parlò allora di una bomba ecologica, che avrebbe potuto avvelenare le
nostre vite».
«Cosa è stato fatto - prosegue Pegollo -? Parlo delle cave
del Canal di Cerignano, ampiamente distrutto in modo irrimediabile dove
spariscono antichi sentieri e vecchissime vie di lizza. Dove
vengono captate vene acquifere con quale autorizzazione? Parlo delle
Madielle: spariscono prima i luoghi che i ricordi! Parlo del Padulello
che lei avrebbe dovuto chiudere anni fa» e che, invece, ha continuato a
lavorare: «Lei — scrive Pegollo al sindaco — ne era a conoscenza e il Comune, senza batter ciglio, ha incassato la tassa marmi, un’inezia di fronte al danno ambientale provocato».
Pegollo prosegue: «Ho visto con dolore quanto sta succedendo al Passo del Vestito.
La sua amministrazione ha attivato due concessioni su cave dismesse da
tempo, senza pensare ai danni enormi per il nostro territorio sotto il
profilo paesaggistico, botanico, storico e soprattutto alle ingiurie che
tali lavorazioni produrranno sulle acque profonde, quelle che la
Direttiva CEE del 12 dicembre 2006 raccomanda alla protezione di singoli
Stati. Le ricordo che dal Monte Pelato dipende direttamente la sorgente
del Frigido di Renara e il lago, profondo 80 metri, all’interno della
grotta omonima, già ampiamente infangato».
Pegollo conclude ricordando a Pucci che «ciò che succede sui nostri monti si ripercuote a valle.
Pensi solo ai 5 miliardi di lire spesi nei tardi anni ’90 per scolmare
da marmettola il fiume Frigido da Santa Lucia fino al mare. Più volte,
nelle ultime settimane ho segnalato anche a lei direttamente la presenza
di marmettola nelle fredde acque del nostro fiume. Non è solo lo sfogo
di un ecologista che da anni si batte per la salvaguardie delle nostre
montagne, è l’amara constatazione che a nulla valgono le promesse se non
sono seguite dai fatti».
FONTE http://www.lanazione.it/massa_carrara/cronaca/2012/06/04/723575-alpi-apuane-cave-marmo-scempio-lettera-elia-pegollo-massa-sindaco-roberto-pucci.shtml
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